Biologia | Ambiente

 

Mark Vitale, 1999 | Arosio, TI

 

I cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova tutti gli ecosistemi della Terra. Nelle Alpi, l’aumento delle temperature accelera il processo di fusione dei ghiacciai e mettono a nudo lembi di terra che veranno lentamente colonizzate da flora e fauna. Attraverso lo studio della ricolonizzazione è possibile ricostruire le dinamiche post-glaciali del passato, ma anche di caprie gli effetti dei cambiamenti climatici in corso e delle possibili conseguenze future. Tali dinamiche sono state finora poco studiate sul versante meridionale delle Alpi. Il presente studio ha, per tanto, l’obiettivo di documentare la successione della vegetazione lungo il fronte di ritiro del ghiacciaio del Basodino e di analizzare degli effetti del riscaldamento globale su alcune componenti della biodiversità. L’aspetto innovativo del mio lavoro consiste nell’aver combinato rilievi botanici di campo, conoscenze sistematiche di botanica e analisi statistiche relative agli indici di biodiversità, pemettendo così di mostrare alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici sulle componenti naturali del nostro territorio e sulla biodiversità.

Argomento

Gli effetti dei cambiamenti climatici sono stati finora studiati soprattutto nelle zone di pianura e nei centri urbani. In montagna e nelle Alpi le conoscenze sono più scarse, sebbene è noto che i loro effetti può riperquotersi fino in pianura. Uno di questi è legato allo scioglimento dei ghiacciai e alle ripercussioni sulla biodiversità. Col presente studio ho voluto approfondire questo tema, ponendomi le seguenti tre domande:
1) Quali specie e comunità vegetali si insediano dopo lo scioglimento dei ghiacci e durante le varie fasi della successione? 2) Quali sono le caratteristiche del suolo e dell’ambiente nelle varie fasi di successione? 3) Quali possono essere le conseguenze di tali fenomeni a medio-lungo termine.

Metodologia

Il lavoro è stato suddiviso in due parti: una teorica e una sperimentale. La parte teorica comprende una ricerca bibliografica sulla genesi e sulla dinamica dei ghiacciai e, in particolare, del ghiacciaio del Basodino, di cui ho raccolto dati sulla sua evoluzione, morfologia e caratteristiche chimico-fisiche. Questo mi è servito per preparare la parte sperimentale finalizzata sullo studio della biodiversità delle piante e delle tecniche per quantificarla e otterenere delle informazioni sul suolo e sulle condizioni abientali locali. La parte sperimentale comprende una serie di rilievi botanici standardizzati eseguiti in tre aree campione poste a crescente distanza dal ghiacciao, corrispondenti a stadi crescenti di successione. Ho identificato tutte le specie di piante presenti e stimato la loro abbondanza. Ho quindi calcolato diversi indici di diversità specifica per quantificare diversi aspetti delle comunità. Le conoscenze sull’ecologica delle specie, mi hanno invece permesso di descrivere le caratterstiche del suolo e delle comunità vegetali presenti.

Risultati

Nelle tre aree di studio ho rilevato una media di 22-23 specie di piante per area, per un totale di 65 specie. Sia il numero di specie che la diversità tassonomica (Shannon e Simpson) sono risultati più bassa nell’area più vicina al ghiacciaio e più alta all’area più lontana. Il 24,6% delle specie sono comuni nelle tre aree, mentre 39 specie (60%), per lo più specie minori, sono presenti esclusivamente in una delle tre aree. Gli indici di Landolt applicati alle comunità vegetali rivelano presenza di suoli umidi e mediamente ricchi di sostanze nutritive nelle tre aree di campionamento.

Discussione

Lo studio ha permesso di rispondere alle tre domande nel seguente modo. Con 23 specie per zona, la ricchezza specifica è da considerare relativamente alta, tenuto conto delle condizioni ambientali estreme. Tali condizioni climatiche ed edafiche (suolo) determinano la presenza delle stesse specie dominanti nei tre stadi di successione. Tuttavia, il crescente numero di specie presenti allontanandosi dal ghiacciaio e il 50% delle specie esclusive in ogni stadio, sembrano indicare l’esistenza di nicchie ecologiche diverse in ogni stadio di successione, ma anche un certo grado di aleatorietà.

Conclusioni

Complessivamente, lo studio mostra come i cambiamenti climatici abbiano un’importanza chiave nel determinare l’avanzata della vegetazione e nel modificare le comunità biotiche locali e globali, con coseguenze ancora poco conosciute sulle specie più sensibili e vulnerabili, sulle catene trofiche e, non da ultimo, sul funzionamento degli ecosistemi.

 

 

Valutazione del lavoro espressa dall’esperto

Dr. Marco Moretti

Il lavoro di Mark Vitale è stato condotto con rigore in base ai principi della ricerca scientifica. Il lavoro è inoltre originale per tre ragioni: 1) lo studio è stato concepito e realizzato in modo del tutto autonomo (trattandosi tra l’altro di rilievi botanici a oltre 2500 m di quota); 2) si tratta di una ricerca interdisciplinare, in quanto combina conoscenze di pedologia, botanica ed ecologia numerica; 3) il candidato ha seguito le indicazioni dell’esperto e migliorato il rapporto finale in modo sostanziale.

Menzione:

eccellente

Sonderpreis Paul Scherrer Institut – Forschung auf dem Jungfraujoch

 

 

 

Liceo di Lugano 2, Lugano-Savosa
Docente: Amanda Tuozzo